Ormai anche le pietre sanno che internet sta rivoluzionando le nostre vite e quindi anche – fra le varie altre cose - il mercato del lavoro: oggi il lavoro si trova navigando online. Sarebbe stato impensabile fino a 15-20 anni fa, una volta si consegnava il curriculum vitae porta a porta, o se ne stampavano più copie e si spedivano per posta, ora basta avere un computer e navigare: chiunque oggi sia alla ricerca delle migliori offerte, deve misurarsi con lo strumento internet.

Come funziona la ricerca del lavoro su internet?
Il panorama è assai variopinto, ma si possono comunque identificare tre percorsi principali:
1. Call aperte nei siti aziendali; molte aziende pubblicano gli annunci di lavoro direttamente sui propri siti, nelle sezioni “Job”, “Lavora con noi” o “Careers”
2. Agenzie di Recruitment; altri si affidano ad aziende specializzate nel recruiting, capaci di raccogliere un ampio volume di annunci di lavoro e porsi come mediatori diretti tra la domanda e l’offerta.
3. Siti aggregatori di domanda/offerta; e poi ci sono (numero in forte crescita) aziende e manager che preferiscono cercare il personale direttamente attraverso il web, sfruttando le piattaforme di aggregazione della domanda e offerta, perché questo consente di individuare molti più candidati in breve tempo, riducendo i costi per le risorse umane e al contempo ampliando le possibilità di scelta.
Quali sono ad oggi i principali modi per trovare offerte di lavoro o cercare competenze professionali specifiche? Ecco qualche dritta:
- Motori di ricerca verticali (Jooble, Monster o infojobs);
- Linkedin;
- Gruppi Facebook;
- Jooble è un motore gratuito per la ricerca di lavoro presente in oltre 71 nazioni e stabilmente nella “TOP3” dei migliori siti al mondo per cercare lavoro, con circa 300 milioni di utenti attivi l’anno. Una caratteristica distintiva è che su Jooble si trovano facilmente tante offerte di lavoro online, cosa non sempre scontata su questi aggregatori. È possibile filtrare la ricerca per diversi parametri quali: regione, provincia, città, data di pubblicazione dell’annuncio di lavoro, stipendio mensile, tipo di contatto (full-time, part-time). Un altro pro è la presenza di un quality team, che (almeno sulla carta) vigila sugli annunci truffa, quindi dovrebbe garantire un buon livello di sicurezza.

Con Google e Facebook Ads puoi raggiungere qualunque pubblico. Hai un brand, un prodotto o un messaggio da divulgare?
(forse) vorrei scriverti per saperne di più
- Monster è il colosso statunitense per l'aggregazione di offerte di lavoro. Piattaforma estesa e worldwide, ha filtri e possibilità opzionali sconfinate (forse pure troppi!), ma fa della solidità di uso la sua arma principale. Anche qui l'approccio è globale, con la possibilità di selezionare aree geografiche e settori di indagine.
- Infojobs è una piattaforma spagnola ed è fra i più vecchi aggregatori per data di fondazione, quindi dalla sua trova sicuramente una consolidata esperienza dei processi. Stando alla documentazione che pubblica, vanterebbe l'iscrizione di circa 100mila aziende “reali”.
- Linkedin, strumento che ha bisogno di poche presentazioni, è andato assurgendo negli ultimi anni, anche nell'immaginario collettivo, a piazza digitale del lavoro per eccellenza. Personalmente confesso che non lo amo troppo, se possibile lo trovo più fazioso degli altri social, il che me lo rende a tratti insopportabile, ma al di là del mio sentire soggettivo, è chiaro che offre funzionalità uniche ed è in grado di aggregare moltitudini di utenti attivi e superprofilati. La profilazione è il suo punto di forza senza dubbio.
- Gruppi Facebook; risorsa sottovalutata o persino misconosciuta dai più, Facebook negli ultimi 5-6 anni ha visto proliferare la nascita di enormi community professionali spontanee. Gli esempi sono i più vari (per dire: gruppi di stilisti, fotografi, attori, designer, sviluppatori, copywriter e analisti e molti altri). Entrare in questi gruppi significa avere accesso a un bacino di potenziali specialisti cui offrire lavoro e al tempo stesso a uno spazio dove cercarlo. Quanto siete bravi a usare (e capire) il social network?
Insomma il senso è muoversi, le direzioni sono numerose, diverse e mutevoli. La rivoluzione digitale è anche questo: smettere di pensare per compartimenti stagni, le opportunità galleggiano in rete, anche e soprattutto per il lavoro: sempre più professionisti caricano online le proprie competenze lavorative, sempre più aziende imparano o stanno imparando a reperirle.
Ammainare le vele, allargare gli orizzonti: chi non sta ripensando i propri processi (di ricerca e di offerta) in una prospettiva digitale sta solo rimandando.

Seguo progetti di data driven strategy dal 1969, quando l'uscita di Abbey Road trasformò il modo di fruire la musica. Sono un data driven scout, il mio lavoro è portare traffico qualificato sui siti web. Ho un sesto senso per lo sviluppo dei contenuti, all'insegna della raffinatezza e dello charme. Faccio sport e guardo molto cinema.
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